La breccia di Maria Pia

La signora Maria Pia ci ha parlato della sua vita familiare:

Sono Maria Pia e ho 38 anni, bella donna: almeno così dicono. Mio marito è Oreste. Presentati, Oreste. Con la mano così, come faccio io. Bene, ora puoi andare. Mio marito non ci sa fare proprio, non è uno che posso portarmi in giro, be’ in realtà nemmeno a letto. Cioè potrei, e non sto dicendo che è omosessuale: è che, come ho detto, non ci sa fare. Chiedetemi quanti orgasmi ho avuto con lui. Dillo, un numero. Zero, quello è il numero. Non sono nemmeno sicura che sia un numero, cioè, ha senso solo se lo metti dietro altri, no? Ma uno zero in orgasmi io non lo considero. Dico bene? Mio marito non lo sa, e non è che me l’abbia mai chiesto. E a me non viene di tirar sù l’argomento, non voglio ferirlo. Non so se lo ferirebbe. Probabilmente sì, e se non me l’ha chiesto è perché lui non ci pensa a queste cose.

E’ un po’ ingenuo, all’antica. Questo non vuol dire che lo giustifico: un marito dovrebbe preoccuparsi dei bisogni della sua donna, soprattutto se questa è ancora piacente e avrebbe la possibilità di procurarsi diciamo abbastanza facilmente altre distrazioni, vi garantisco, quando lui l’unica cosa che fa due volte alla settimana è salire, girarmi, dare due botte e crollare sfinito, come avesse fatto chissà cosa, che poi va bene che lui fa un lavoro mischino piuttosto stancante ma dico almeno trovare l’energie per fare le cose come si deve di tanto in tanto non ci vorrebbe chissà cosa penso, per tua moglie. Non mi sembra di chiederti tanto; se poi ti trovo nel cuore della notte a consumarti l’uccello davanti al computer perché il bambino si è svegliato per andare a prendersi un bicchiere d’acqua mischino e mi chiama dicendo “mamma ma che fa papà”, io potete capire a che velocità mi girano, metto il bambino a letto e ti vengo a fare una scenata che peccato che non c’era davanti mia suocera, quella vecchia stronza quando viene a pranzo con quell’avanzo di suo marito vuol fare tutto lei e dice cara dove lo metti il sale. Non so che cazzo di problemi hai, ma almeno tradiscimi sul serio: perché c’è stato un periodo un paio d’anni fa in cui ero ancora gelosa e vedevo che ti comportavi strano e allora ho cercato di scoprire qualcosa ma niente: al massimo qualche chat, che poi saranno tutti maschietti, i porno, basta; e ditemi cosa dovrei odiare di lui se al massimo può solo farmi pena.

Sta rovinando la tua vita, puoi cercare ancora di essere felice mi dice una mia amica che è una che legge; io le dico che sono felice, prima non lo ero, ma adesso sì: ce n’è voluto, ma alla fine ho capito che ho un bambino meraviglioso, intelligente come pochi, economicamente sono messa bene che Oreste c’è da dire almeno lì si dà da fare; e poi ho conosciuto Pierpaolo.

Pierpaolo è un ragazzo veramente carino, gentilissimo, che ho conosciuto un giorno al supermercato, sposato anche lui. Ci siamo scambiati i numeri mentre eravamo in fila alla cassa assieme, lui ovviamente mi aveva fatto passare davanti, e io pensavo che era sul serio un bel ragazzo. Neanche passano due giorni che lui mi manda un messaggino su wozzàp verso le undici del mattino con scritto “Mi sembri davvero una bella anima” e faccina. Io gli rispondo dopo una mezz’ora che lo penso anche io di lui e lui mi fa “Quando potrò rivederti?” e io gli rispondo che un giorno di questi avrei avuto una serata libera che poi era il giorno in cui Oreste faceva il turno di notte e avrei tranquillamente potuto lasciare il bambino a mia madre, anche se tutto questo naturalmente non gliel’ho detto: mi sembrava poco elegante.

Quella sera ci siamo incontrati in un localino carino e abbiamo cenato, lui è stato per tutto il tempo gentilissimo tanto che a un certo punto mi ha ricordato Oreste quando ci conoscevamo da poco e mi è venuta un po’ di malinconia ma poi lui mi ha chiesto se mi andava di andare a prendere una cosa da bere in un altro posto e lì ci siamo proprio divertiti, non ho bevuto tantissimo perché volevo rimanere lucida ma sai quante risate: c’è stato veramente un bel feeling e a un certo punto lui mi dice “sai che c’è” e mi bacia, e io anche se non capivo che c’entrasse quella domanda lo bacio anche, e lui mi passa una mano sul fianco facendola scivolare piano verso il basso mentre io gli metto la mia sul petto e sulla spalla.

A questo punto ci è presa una voglia veramente forte che se ci fossimo lasciati andare ci avrebbero arrestati, e allora lui mi ha detto che mi portava in un posto se mi andava, ma solo se mi andava, e che era un po’ imbarazzato perché gli pareva brutto in un hotel e non l’aveva mai fatto e che con me avrebbe voluto qualcosa di più speciale e che comunque questo hotel non era poi male per essere un tre stelle e più parlava meno a me fregava di cosa diceva e più volevo solo che mi scopasse lì: gli ho detto che l’hotel andava bene. Siamo arrivati all’hotel ognuno con la propria auto, lui è entrato per prima e ha preso la stanza. Io entro e quello alla reception mi fa, gentilissimo: “Buonasera e benvenuta, la sua stanza è la 315”. Io ringrazio e vado.

Lui è già dentro e si è fatto dare una bottiglia di bianco, che apriamo e lasciamo sul pavimento a metà perché siamo già nudi sul letto. Io divarico le gambe più che posso, gli afferro quel culo, lui geme che è una meraviglia ascoltarlo e stare lì, sotto di lui. Per giocare lo metto sotto e mi agito un po’ come posso, so di poter sembrare goffa, ma non m’importa e mi sto divertendo un mondo. Per un attimo sono indecisa se farglielo uno, poi decido che è meglio di no, almeno per quella volta.