Pensavo fosse amore… invece era dissenteria

A tutti è capitato almeno una volta nella vita di star seduti al bar, sorseggiare un caffè ed osservare la gente intorno a noi.
Quando ad un tratto… eccola lì che entra: lunghi capelli, fisico mozzafiato, sorriso da perdere la testa.
Passano appena dieci minuti e già ti ritrovi con le vertigini, gambe tremolanti e farfalle allo stomaco… Cupido ha fatto di nuovo il suo lavoro.

Provi ad approcciarla e, come sempre, hai la voce tremula e sottile.

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 TU: < Ciao, posso offrirti un caffè? >

Non importa il dove o il come, né importa il perché ti sei spinto, ormai la tua virile figura da anziana suorina sai di averla già fatta.

STUPENDOESSERE: < Certo, perché no? Sono Samantha, piacere >

Ecco, ha un nome… una voce! Si, ma ca*zo… che nome e voce ha? Sembra una di quelle oche giulive che la voce, da anziana suorina, di prima potevi proprio risparmiartela.

TU: < Ciao Samantha, sono Filiberto. Piacere mio >

La tua voce tutto ad un tratto diventa quella di un doppiatore porno, inventi un nome, hai paura che lei possa ricordarlo e che questo caffè possa avere un seguito.

TU: < Un caffè alla signorina >

Beh ormai, mal che vada hai perso 0,90 € e pensi a quel povero ragazzo africano che te li aveva chiesti per il parcheggio.

Cupido è li, pronto… sta continuando a scagliare frecce, ma stavolta sta prendendo bene la mira. Si. Ad una ad una sta abbattendo quelle stupide farfalle che svolazzavano nel tuo stomaco.

SAMANTHASTUPENDOESSERE: < E tu Filiberto, che fai nella vita? >

Adrenalina, santissima adrenalina. Combatti o fuggi? Atroce dilemma.

TU: < Sono un…> diamine, cosa sono? < …agente segreto in missione, ultimo giorno qui in città. Scusami, ma devo scappare >

SAMANTHASUPENDOESSEREMAVERAMENTECOMEDIAMINEPARLI: < Ti rivedrò? >

TU: < Non lo so…>

Torni a casa, sei nuovamente uno di quegli uomini soli. Ma poco importa… stai bene così.

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Una terra che s’offre

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Nihil, sono Siciliano
Sono figlio di una terra malata
Ho capito che non
È una madre affettuosa e calda quando hai freddo
È solo una terra bella e dimenticata
Alberi spogli e picciriddi che piangono, non
Sorrisi e limoni gialli al sapore di
Ricordi di grandezza e bellezza gloriosa, vedo
Desolazione e paura, vedo
Un presente che soffre,
Scarse prospettive e non
Una terra che offre
Possibilità ed alternative, non è più
Capace di credere in se stessa,
È più spoglia dei suoi alberi in autunno, è
La Sicilia, ‘Na picciridda ca curri scantata, non
È una storia con la quale emozionarti Nihil >

Nihil: < Questa è triste. Dov’è nascosto il lieto fine? >
Xegonos: Nihil, ricordi che giorno è? >
Nihil: < È lunedì. Ahhh, è un palindromo? >
Xegonos: < Già..

È una storia con la quale emozionarti Nihil
La Sicilia, ‘Na picciridda ca curri scantata, non
È più spoglia dei suoi alberi in autunno, è
Capace di credere in se stessa,
Possibilità ed alternative, non è più
Una terra che offre
Scarse prospettive e non
Un presente che soffre,
Desolazione e paura, vedo
Ricordi di grandezza e bellezza gloriosa, vedo
Sorrisi e limoni gialli al sapore di
Alberi spogli e picciriddi che piangono, non
È solo una terra bella e dimenticata
È una madre affettuosa e calda quando hai freddo
Ho capito che non
Sono figlio di una terra malata
Nihil, sono Siciliano>

Aspirante sishilianu

Quando il blog incontra il teatro: l’ecstraordinaire attor emergent Antoine D’Angelò ci ha honoré d’un peu d’eaunterpretaziòn du notre Xegonòs.
Godetevela

Nihil: <Caramella?>
Xegonos: <Oddio, Nihil!>
Nihil: <Perché sei pensieroso? Cosa ti torba?>
Xegonos: <Turba! Niente di che… rifletto.>
Nihil: <Ahahahah, ma che dici? Gli specchi riflettono, non le persone!>
Xegonos: <Nihil caro… hmm… riflettere vuol dire anche rivolgere il pensiero a qualcosa, ad un avvenimento, un oggetto… meditarvi sopra, ricordare ed elaborare.>
Nihil: <Quindi è una cosa brutta?>
Xegonos: <Non necessariamente. Nihil, ti piacciono le storie?>
Nihil: <Certo che mi piacciono, sono uno strumento per raccontare, raccontarsi!>
Xegonos: <Allora te ne racconterò una triste, ma a lieto fine

Ricordo la prima volta che sono uscito dalla Sicilia. L’esser siciliano ed il mio accento mi rendevano insicuro, mi sentivo meno adatto al mondo esterno. Crescendo ho imparato che quel mondo oltre Messina, al contrario apprezzava le mie vocali aperte e le mie “c” a volte impossibili da pronunciare.
La mia Sicilia, del resto, era un segno distintivo, Palermo era una grande culla di culture del e nel Mediterraneo, una stupenda miscela difficile da capire per chi questa terra la conosce solo per mafia e una storia gloriosa ormai dimenticata. Sai? L’ho sempre immaginata come una barca, sin da bambino. Sì, Trapani a poppa di una barca fatta di terra, agrumi d’oro e verdi distese, paesaggi assai lontani da oggi, valli morbide e armoniose, e vette pungenti.
Sai cosa diceva Pennac? Diceva esser la Sicilia una delle due isole letterarie del continente, insieme all’Irlanda, madre di un’importantissima tradizione di scrittori e poeti al punto da far riflettere sulla possibilità che vi sia un legame specifico tra l’esser isolani e il bisogno di scrittura. Un bisogno spesso legato alla nostalgia data dalla distanza dall’isola natìa  quando forzatamente hanno dovuto lasciarla. Isola accesa dall’Etna, che immenso svetta sulle coste orientali, un triangolo quasi perfetto con Capo Passero, Capo Peloro e Lilibeo: una trìscele greca e latina insieme.
A quel punto mi è stato chiaro: il mondo che conosciamo, in fondo, è nato qui! Ed io? Io ero siciliano e, anzi, volevo che esser siciliano diventasse la mia massima aspirazione. Un punto d’arrivo, non di partenza. Quella barca deve tornare al suo porto.>

Nihil: <Perché dici così?>
Xegonos: <Perché sai, a volte sono un po’ indispettito…

Abbiamo preso l’abitudine di vedere questa dannata terra come un trampolino di lancio dal quale partire, sparire… ma la differenza tra partenza e meta in fondo fa solo riferimento a un sistema. Il punto di vista. E se esistesse un punto di vista siculo, tutto nostro? Dobbiamo ricordare che siamo “la chiave di tutto, purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…” che Goethe cantava. Siamo frutto e seme del Mediterraneo, il punto d’incontro tra tre continenti di cui siamo sintesi ed espressione.>

Nihil: <Beh, è molto bello quello che dici… Ma questa non è una storia triste… bella, sì, ma non è una storia triste, è manihilconica… E il lieto fine?>
Xegonos: <Malinconica Nihil, malinconica! Vuoi il lieto fine?
Nihil: <Me lo avevi promesso…>
Xegonos: <Hai ragione… Dammi una caramella.>
Nihil: <Siiii! Carruba?>

Panihildromo

Erano le palindrome 14.41 quando ho incontrato Nihil (E’ palindromo anche il tempo trascorso da allora!). Stavamo passeggiando quando…

Nihil: <Ti sei accorto che oggi è il 30-03? È una data palitona, panindroma, pali..>
Xegonos: <Palindroma, sì. Impari in fretta, vedo.>
Nihil: <Così pare… Comunque potresti farmi un po’ di brio, caramella alla carruba?>
Xegonos: <“Un po’ di prìo” intendevi dire! No Nihil, lo sai che non sono goloso. E dovresti smetterla di abusarne, ti fanno male.>
Nihil: <Hmm.>
Xegonos: <Dai non fare così. Sai che ti dico? E’ anche il 2015: 2 per 15 fa 30. E sono di nuovo lì, tuonanti… uno 0 ed un 3.>
Nihil: <Oddio, oddio! Che bello! Gnam.>
Xegonos: <Ne hai mangiata un’altra?>

Trovo Nihil curioso, con quel suo fare circospetto. A volte sembra un albero: sta fermo lì ad osservare il mondo che cambia, mentre lui lo fa così lentamente che a te sembra sempre uguale, pare sia tu ad adattarti a lui.  Lui si spoglia, tu ti copri. Fa quello che fai tu, uguale e opposto.
Non sei solo se c’è lui. Beh, sarebbe buffo esser soli quando si è in compagnia. Ma da solo sei uno, con lui siete due.
0…1…2…3.
Agli estremi 0 e 3… perché oggi è il 30-03.

Xegonos: <Sai Nihil? Si son fatte le 15.51… vuoi dire qualcosa a riguardo?>
Nihil: <Una caramella?>


Cos’è un palindromo?
La domanda è di rito
Spesso ho provato a pensarlo, ma
Non ho una risposta chiara
Che sia una frase, un nome o un numero
Poco importa!
Siamo io e Nihil, del resto
…Panihildromo.


La risposta sta dentro quelle poche righe. Il paNihildromo (rubrica del lunedì) è un testo leggibile sia nel normale senso di lettura (da sopra verso sotto) che nel senso opposto. Ed io sono Xegonos, piacere… e a presto!