Aspirante sishilianu

Quando il blog incontra il teatro: l’ecstraordinaire attor emergent Antoine D’Angelò ci ha honoré d’un peu d’eaunterpretaziòn du notre Xegonòs.
Godetevela

Nihil: <Caramella?>
Xegonos: <Oddio, Nihil!>
Nihil: <Perché sei pensieroso? Cosa ti torba?>
Xegonos: <Turba! Niente di che… rifletto.>
Nihil: <Ahahahah, ma che dici? Gli specchi riflettono, non le persone!>
Xegonos: <Nihil caro… hmm… riflettere vuol dire anche rivolgere il pensiero a qualcosa, ad un avvenimento, un oggetto… meditarvi sopra, ricordare ed elaborare.>
Nihil: <Quindi è una cosa brutta?>
Xegonos: <Non necessariamente. Nihil, ti piacciono le storie?>
Nihil: <Certo che mi piacciono, sono uno strumento per raccontare, raccontarsi!>
Xegonos: <Allora te ne racconterò una triste, ma a lieto fine

Ricordo la prima volta che sono uscito dalla Sicilia. L’esser siciliano ed il mio accento mi rendevano insicuro, mi sentivo meno adatto al mondo esterno. Crescendo ho imparato che quel mondo oltre Messina, al contrario apprezzava le mie vocali aperte e le mie “c” a volte impossibili da pronunciare.
La mia Sicilia, del resto, era un segno distintivo, Palermo era una grande culla di culture del e nel Mediterraneo, una stupenda miscela difficile da capire per chi questa terra la conosce solo per mafia e una storia gloriosa ormai dimenticata. Sai? L’ho sempre immaginata come una barca, sin da bambino. Sì, Trapani a poppa di una barca fatta di terra, agrumi d’oro e verdi distese, paesaggi assai lontani da oggi, valli morbide e armoniose, e vette pungenti.
Sai cosa diceva Pennac? Diceva esser la Sicilia una delle due isole letterarie del continente, insieme all’Irlanda, madre di un’importantissima tradizione di scrittori e poeti al punto da far riflettere sulla possibilità che vi sia un legame specifico tra l’esser isolani e il bisogno di scrittura. Un bisogno spesso legato alla nostalgia data dalla distanza dall’isola natìa  quando forzatamente hanno dovuto lasciarla. Isola accesa dall’Etna, che immenso svetta sulle coste orientali, un triangolo quasi perfetto con Capo Passero, Capo Peloro e Lilibeo: una trìscele greca e latina insieme.
A quel punto mi è stato chiaro: il mondo che conosciamo, in fondo, è nato qui! Ed io? Io ero siciliano e, anzi, volevo che esser siciliano diventasse la mia massima aspirazione. Un punto d’arrivo, non di partenza. Quella barca deve tornare al suo porto.>

Nihil: <Perché dici così?>
Xegonos: <Perché sai, a volte sono un po’ indispettito…

Abbiamo preso l’abitudine di vedere questa dannata terra come un trampolino di lancio dal quale partire, sparire… ma la differenza tra partenza e meta in fondo fa solo riferimento a un sistema. Il punto di vista. E se esistesse un punto di vista siculo, tutto nostro? Dobbiamo ricordare che siamo “la chiave di tutto, purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…” che Goethe cantava. Siamo frutto e seme del Mediterraneo, il punto d’incontro tra tre continenti di cui siamo sintesi ed espressione.>

Nihil: <Beh, è molto bello quello che dici… Ma questa non è una storia triste… bella, sì, ma non è una storia triste, è manihilconica… E il lieto fine?>
Xegonos: <Malinconica Nihil, malinconica! Vuoi il lieto fine?
Nihil: <Me lo avevi promesso…>
Xegonos: <Hai ragione… Dammi una caramella.>
Nihil: <Siiii! Carruba?>

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