La distanza più breve tra i punti A e B è la MORTE

L’essere umano, caro Nihil, è una creatura piuttosto irrazionale, e se le varie stagioni del Grande Fratello e dell’Isola dei Famosi ancora non ti hanno convinto lascia che ti parli di qualcosa che per noi è impossibile razionalizzare:
20 anni di governo Berlusconi.
E la morte.
Il primo è un mistero per me assoluto. Il secondo è qualcosa di naturale e onnipresente nelle nostre vite, la morte è parte della vita, pochi la comprendono, molti la deprivano del suo significato finale infilandoci storie su paradisi, inferni e mondi vari che stanno in cielo o sotto terra ai quali accedi in automatico dopo la tua dipartita. Beh non proprio in cielo o sotto terra, insomma cioé nel cielo religioso e sotto terra religiosa. Insomma se non hai fede non puoi capire.
Neanche Fede può capire, lui aveva fede ed è stato condannato in appello.
Ma torniamo al mistero principale. Devi sapere, oh intergalattico Nihil, che ogni tanto noi umani decidiamo di porre volontariamente fine alle nostre vite. Perché? Perché la vita è bella, ma la bellezza è effimera, prima o poi comincia a chiederti i soldi, invecchia, diventa brutta e rugosa, finché un giorno ti stufi e compili le pratiche di divorzio.

La mia terapia di coppia.
La mia terapia di coppia.

Ebbene anche io ho pensato all’autoeliminazione coatta, ma SPOILER ALERT:

Non sono mai riuscito in questa impresa.

All’inizio pensavo che sarebbe stato bello andarmene in maniera spettacolare, non buttandomi sotto un treno come fanno tutti, che poi tocca aspettare, ritardi, soppressioni… Oddio magari in futuro inventeranno dei metodi efficaci per evitare il problema: non so, mezzi di trasporto appositi, dedicati alla dolce arte del seppuku (e anche qui pare che i tedeschi siano arrivati prima di noi).
In tutta onestà, avendo riflettuto molto sull’argomento, penso che la nostra società dovrebbe mettere a disposizione strumenti migliori per evitare disagi al momento dell’atto fatale. Voglio dire:
Buttarsi dal balcone? Terrorizzante: te ne pentiresti durante la caduta e a quel punto non è che puoi chiedere scusa e dire “questa mi è venuta male, rifacciamola“: la gravità ha il brutto vizio di essere piuttosto costante nella sua funzione, almeno sulla Terra.

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Il mio Prof. di Fisica.

Avvelenamento. Prima di tutto con cosa? E poi voglio veramente rischiare di passare la mia ultima mezz’ora di vita tra atroci dolori, chiuso in bagno come quella volta che ho aggiunto un doppio cheeseburger al menù di McDonald?

Non so a voi ma a me ispira fiducia.
Non so a voi ma a me ispira fiducia.

Il caro vecchio suicidio con arma da fuoco richiede un minimo di impegno nel procurarsi la suddetta arma e, non so tu, ma se io sono incline al suicidio è proprio perché non sono incline all’impegno.
Di tagliarsi le vene non se ne parla: dolore, sangue dappertutto e cristo non sono una cazzo di quattordicenne piagnona in cerca di attenzioni.
Rimane quindi la cara vecchia macchina chiusa con gas di scarico, che è sempre stata la soluzione da me privilegiata, solo che, beh, basta una scintilla perché la faccenda si concluda con 2 minuti di ardente agonia.

Perché suicidarti quando puoi vivere roteando la tua nerchia in faccia a zitellone di 150Kg?
Perché suicidarti quando puoi vivere roteando la tua nerchia in faccia a zitellone di 150Kg?

In definitiva – ti chiederai – di cosa sto parlando? Non ne ho idea, ma penso che uno stato responsabile debba prendere a cuore i bisogni autoterminativi dei propri cittadini e intraprendere ricerche ai fini di assicurare morti indolori e possibilmente allegre e divertenti.

Ancora convinti siano loro gli incivili?
Ancora convinti siano loro gli incivili?

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