Il Meglioevo: storia di freudatari

C’era una volta.

Il duca amava molto sua figlia. La duchessa se n’era andata da molti anni ormai e la giovane era l’unico ricordo di lei, che a quel tempo mica c’erano foto. Si avvicinava il giorno del compleanno della fanciulla (che si chiamava come quella principessa famosa solo che la favola non vuol dire che è la stessa) che avrebbe segnato il suo ingresso nell’età da marito, parliamo di dodici-tredici anni. Non cominciamo a criticare però, “a ogni epoca le proprie usanze” dicevano gli antichi, anche se probabilmente lo dicevano perché un po’ lo capivano di essere dei selvaggi in confronto a noi. Non so. Ma andiamo avanti.11086821_567096060060064_2095553268_o

Il duca era molto potente e, a causa del grande numero di pretendenti facoltosi, aveva deciso che il degno erede delle sue vaste terre e della sua splendida figlia sarebbe stato il vincitore di un torneo come dio comanda, al quale però avrebbero potuto partecipare solo nobili ricchi almeno quasi quanto lui. Fu così che i cavalieri più valorosi e in generale tutti quelli in grado di maneggiare decentemente una spada furono esclusi.

Il torneo però non ebbe mai luogo. Proprio la notte in cui la duchina compiva i dodici-tredici anni (a quei tempi non era facile tenere il conto), ella venne rapita da una strega malvagia che era la notte dell’anno che doveva rompere i coglioni a qualcuno.

Il duca era disperato. Richiamò tutti i cavalieri che prima aveva mandato via perché non avevano abbastanza danari, e che quindi erano già abbastanza scazzati, e annunciò loro che la figlia sua preziosa era stata rapita dalla strega malvagia e andava recuperata a tutti i costi. I cavalieri chiesero tutti i costi e risposero che non erano abbastanza. Il duca alzò la posta: chi gliel’avesse riportata integra avrebbe ricevuto in cambio l’intero ducato con i suoi boschi e i suoi pascoli e i suoi villaggi e il suo castello e la duchina all inclusive.

I cavalieri cominciarono a litigare per decidere chi dovesse partire per primo. Chiesero al duca di organizzare un torneo che decidesse al posto loro. Al vincitore venne dato un falco ammaestrato che sarebbe tornato al castello in caso di morte del campione, così il secondo classificato sarebbe subito partito a vendicarlo. Arrivato il suo turno, il quarto classificato disse che il falco portava sfiga e gli schiacciò la testa. Dal nono cominciarono a distribuire i numerini, la corriera per l’Antro della strega passava ogni mattina alle sette e un quarto.

Mentre la popolazione cavalleresca veniva decimata e i nuovi titoli nobiliari erano ormai distribuiti in busta paga come gli ottanta euro di Renzi, il duca capì che doveva prendere in mano la situazione. Consultò allora la fata buona, che diceva sempre “buona ma non fessa” e si faceva pagare in anticipo (in quel caso il duca, che per via della svalutazione dei terreni causa svendita titoli nobiliari non era più messo benissimo, dovette impegnare il fondo per l’istruzione della figlia). La fata fece una potente magia che diede al duca l’agilità e il vigore dei suoi vent’anni, insieme a degli splendidi capelli biondi e la pedicure. Mandò poi il duca da un fabbro senza la licenza per spade magiche ma che vendeva lo stesso e diceva sempre che le tasse erano “troppo alte per gli imprenditori” e che gli sarebbe convenuto “spostare l’azienda in romania” ma che certo non poteva “lasciare gli operai in mezzo a una strada”.

Il duca tornò al castello di nascosto, si mise l’armatura e si guardò allo specchio, e pensò che con quei muscoli tonanti, la spada luccicante e la chioma aurea mancava solo una cosa: un lifting. Dopo l’intervento partì subito alla volta del nascondiglio della strega, superò paludi mortali, terribili mostri e oscuri fantasmi, ma per questa parte della storia andate su Amazon e comprate un qualsiasi libro fantasy dagli anni novanta a oggi (no, non il trono di spade che ci ha tolto anche questo). Insomma dopo x avventure arrivò finalmente dalla strega, una vecchietta veramente orribile che al confronto preferireste chiavare duro quella di biancaneve. Ma la strega fece un sortilegio e si trasformò in una Figa Pazzesca e il duca, che non assaporava da anni il caldo conforto del corpo di una donna ed era già parecchio confuso di suo per via del ringiovanimento e del lifting, s’innamorò perdutamente.

La strega avrebbe praticamente vinto se non avesse fatto l’errore, lo stesso che fa il 90% dei cattivoni nei film nel momento in cui crediamo perduto il nostro eroe, di dire qualcosa che fece tornare fiducia/coraggio/senno al duca: nominò la figlia. Il duca allora si ricordò del grande amore che provava per lei e tagliò la testa alla strega, che era così figa che rimase figa anche decapitata. Entrò nell’antro e liberò la duchina, e mentre padre e figlia si abbracciavano l’uno pensava quanto fosse bella e quanto somigliava a sua madre e che dopo tanti anni ce l’aveva un po’ duro per via della strega strafiga di poco prima e l’altra pensava : “Chi è questo bel cavaliere?”. Si, lo fecero.

A questo punto potete scegliere il finale che preferite (i finali 1 e 2 sono presi da due film, li riconoscete? La soluzione è fra i tag):

Finale n.1 Il duca, senza rivelare la propria identità, dice alla duchina che il regno è stato conquistato da un’orda di marocchini comunisti che si sapeva che sarebbe finita così che sono anni che ci rubano il lavoro. Vanno a vivere per sempre felici e contenti e in solitudine dopo che lui si è fatto cancellare la memoria dalla fata buona (stavolta non possiamo biasimarla se si è fatta pagare in anticipo)

Finale n.2 Il duca rivela la verità alla fanciulla, le dice di sentirsi terribilmente in colpa, di andare via e non tornare mai più. Lei prende il cavallo e torna al castello. Il padre la segue correndo come un pazzo. Cavalieri e cortigiani sono stupiti del fatto che sia tornata da sola (e non sanno che il duca stesso era partito a salvarla) e il maestro di palazzo organizza una seduta affinché possa spiegare cosa è accaduto. Intanto il duca arriva al castello e si mescola in mezzo alla folla di cavalieri. Uno di essi chiede cosa ne sia stato del cavaliere che l’ha liberata, lei risponde che si sono separati. Un altro le chiede se ha intenzione di occuparsi delle questioni politiche, visto che il duca è sparito. Lei dice che ha intenzione di trasferirsi, cambiare aria. Il duca prende la parola. Le chiede se è possibile che lei e il suo salvatore si riavvicinino. Lei risponde che le è stato assicurato di no. Lui dice che se il cavaliere capisse di essere stato un “fellone avariato” e si mettesse in ginocchio e le chiedesse di et cet…se lei insomma potesse cambiare idea. Lei risponde si e chiede al maestro di palazzo di far riformulare la domanda sulle questioni politiche, e lei dice “indefinitamente”.

Finale n.3 La principessa in realtà è un frigorifero

Lascia un commento