Il Meglioevo: storie di Fichinghi

Difficile a credersi, ma c’era un tempo in cui l’umanità non era così checca. Un tempo in cui per comunicare non c’era questa estetica fragile dei cinguettii virtuali, ma ci si tirava addosso le asce. Un tempo in cui per diventare il capo non avevi da comprar televisioni o sparare slogan a raffica per confondere l’elettorato: dovevi pisciare nel torace del tuo rivale e poi mangiargli il cuore: era il tempo dei Vichinghi.
I vichinghi erano guerrieri. Punto. Se dovevano fare la spesa assaltavano un villaggio, squartavano gli uomini, stupravano le donne in gruppo e le vendevano come schiave insieme ai bambini.
I vichinghi erano uomini: Uomini veri. Dovevano stare nudi fino ai 4 anni, raggiunti i quali venivano gettati nell’aspra foresta scandinava dove avrebbero ucciso il loro primo orso, la cui pelle sarebbe stato il loro unico vestito per tutta la vita, vestito che non veniva mai lavato ché la puzza in battaglia stordiva i nemici e con le donne fungeva da afrodisiaco.
I vichinghi erano tutti bellissimi.

Senza posa
Senza posa

I vichinghi credevano nel Valhalla e in Odino ma non in quel finocchio di Thor che sapevano sarebbe finito a fare il fighetto negli Avengers.

Ecco, appunto
Ecco, appunto

Vi racconterò una storia-campione.
C’era una volta questo Kjetil, il quale non poteva avere figli. Mentre un giorno passeggiava da solo incontrò un vecchio incappucciato. Gli disse che sapeva del suo problema e che per risolverlo avrebbe dovuto offrire sua moglie in sacrificio a Freyja. Kjetil si precipitò a casa e lo fece. Subito dopo si rese conto però che gliene serviva una nuova, di moglie. Allora andò in un villaggio vicino, diede fuoco a un granaio e uccise un paio di uomini per guadagnarsi il rispetto degli abitanti, agguantò la ragazza che gli sembrava più carina e scappò. Vennero celebrate le nozze, ma proprio mentre stavano per consumarle suonò il corno d’allarme.

Kjetil era imbestialito, e per tutta la battaglia che seguì combatté con una mazza e due asce. Non ebbe nemmeno bisogno di drogarsi per andare in berserk, tanto era incazzato, e il suo villaggio per molte generazioni cantò le sue gesta di quella notte. La modalità berserk era una specie di super sayàn vichingo, una trance che dava ai guerrieri una furia indomabile e scarsa sensibilità al dolore, e ha inoltre il pregio di aver ispirato un ottimo manga omonimo.

Anche i giappi, nel loro piccolo, s'incazzano
Anche i giappi, nel loro piccolo, s’incazzano

Kjetil tornò alla sua capanna e si fece una scopata memorabile, ma che dico, se ne fece qualche quattro, e la moglie che non ce la faceva più chiamò la vicina di casa, e la vicina chiamò l’altra vicina e così via, solo che tutte loro rimasero incinte tranne la moglie. Kjetil sconfortato tornò nel posto dove aveva incontrato il vecchio la prima volta, e lì di nuovo lo trovò. Kjetil gli si scagliò contro prima che questi potesse parlare (noi sappiamo che avrebbe detto: “non è il suo periodo fertile, riprova fra qualche giorno“) e uccise lui e il suo corvo. Guardandolo bene in volto per la prima volta Kjetil notò che aveva una benda su un occhio. Subito dopo il corpo del vecchio si dissolse come fango e il vichingo capì: aveva ucciso Odino, il padre di tutti. Corse allora dall’oracolo che non si sa perché dopo ogni profezia si faceva leccare la mano, gli raccontò l’accaduto, gli venne risposto che erano cazzi suoi ma che probabilmente se ne poteva andare affanculo, gli leccò la mano e se ne partì subito per Affhønculn, anche detta Asgard. Era la terra leggendaria in cui vivevano gli dei; Kjetil chiese di parlare con il re, ma gli venne detto che era in corso in quel momento l’incoronazione. Arrivò tardi, e già sul trono stava seduto Loki.

Allora capì che il primo vecchio doveva essere Loki travestito da Odino travestito da vecchio, così da spingerlo a riversare la sua rabbia sul vero Odino travestito da vecchio e farglielo uccidere per diventare lui, Loki, il re. Kjetil andò in cerca di quel fighetto di Thor, ma gli dissero che l’attuale regnante lo aveva fatto legare a una roccia, con un serpente che gli faceva colare veleno in faccia. Il nostro volle allora parlare con Loki, perché a parer suo stavolta aveva proprio esagerato. Dopo che Loki gli concesse graziosamente di esprimere il suo parere, venne gettato in una cella.

Lì c’era un vecchietto, che disse di essere Odino e alquanto offeso perché sia Kjetil che Loki avevano pensato che potesse essere ucciso da un semplice mortale, per quanto vichingo e cazzuto. Odino affermò comunque di non essere completamente vivo e di avere bisogno di una semi-resurrezione, per la quale Kjetil avrebbe dovuto dargli uno dei suoi begli occhiblù. Senza esitazione il nostro se lo cavò e lo diede al suo dio, che se lo mise nella cavità e riacquistò pieni poteri, sconfisse Loki, gli rubò l’idea del serpente e la roccia per punirlo, perdonò Kjetil e gli assicurò un ingresso sicuro al Valhalla, dove, dopo la morte violenta che lo aspettava e che Kjetil agognava, avrebbe lottato per l’eternità con il suo popolo, perché questo era il paradiso per i vichinghi: diversamente dai jihadisti che fanno la loro stragetta e nell’aldilà sono circondati da concubine, i vichinghi vogliono la carneficina prima, durante e dopo la morte.

Facile così
Facile così